The Last Homeland
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The epic second novel in the internationally acclaimed trilogy, set in the rugged mountains of the Veneto.
Matteo Righetto is een auteur die met meesterschap de kern van de menselijke ervaring verkent, met thema's als identiteit en verbondenheid. Zijn stijl kenmerkt zich door lyrische proza en diepe introspectie, die lezers meeneemt in de complexe innerlijke werelden van zijn personages. Righetto richt zich op het vangen van ongrijpbare emoties en het onthullen van universele waarheden in specifieke, vaak rauwe omgevingen. Zijn werken nodigen uit tot contemplatie over wat ons vormt en hoe we betekenis vinden in onze onderling verbonden wereld.






The epic second novel in the internationally acclaimed trilogy, set in the rugged mountains of the Veneto.
The de Boer family are tobacco growers, working on terraces in the Veneto region of northern Italy. Life is hard, and the father, Augusto, occasionally supplements their income by smuggling tobacco across the border into Austria. Sometimes he takes his daughter Jole with him, and father and daughter journey together on the perilous route over the mountains. But Augusto mysteriously never returns from one of these trips, and Jole, driven to provide for her family, inherits her father's smuggling route. Accompanied only by her horse, Sansom, she must retrace the dangerous journey through the spectacular landscape, hoping for a good trade in exchange for her tobacco, but also to discover the truth behind her father's disappearance.
È l’estate del 1954, Giacomo Nef ha undici anni e con i due fratelli maggiori vive dai nonni paterni a Daghè, sulle pendici del Col di Lana, nelle Dolomiti bellunesi. “Tre case, tre fienili, tre famiglie.” I bambini sono orfani e l’anziano capofamiglia li tratta con durezza e severità, soprattutto il più piccolo. Il nonno è convinto infatti che Giacomo sia nato da una relazione della nuora in tempo di guerra e lo punisce a ogni occasione, chiudendolo a chiave nella stanza delle mele selvatiche. Lì il ragazzino passa il tempo intagliando il legno e sognando l’avventura, le imprese degli scalatori celebri o degli eroi dei fumetti, e l’avventura gli corre incontro una tarda sera d’agosto. Con l’approssimarsi di un terribile temporale, Giacomo viene mandato dal nonno nel Bosch Negher a recuperare una roncola dimenticata al mattino. Mentre i tuoni sembrano voler squarciare il cielo, alla luce di un lampo scopre vicino all’attrezzo il corpo di un uomo appeso a un albero. L’impiccato è di spalle e lui, terrorizzato, fugge via. Per tutta la vita Giacomo cercherà di sciogliere un mistero che sembra legato a doppio filo con la vita del paese, con i suoi riti ancestrali intrisi di elementi magici e credenze popolari.
Un'avventura emozionante nelle Dolomiti e una toccante storia padre-figlio. Domenico, 12 anni, vive un periodo difficile dopo la morte della madre. In un'escursione con il padre Pietro, che ha promesso di cacciare un orso, Domenico scopre non solo la natura, ma anche un lato inaspettato e più emotivo del padre.
Parlare di montagna equivale a parlare dell'intera esistenza, e di come in essa si intende prendere posto. E amare la montagna significa stare al mondo con franchezza, desiderio di avventura, accortezza e spirito di solidarietà, rispetto per la vita in tutte le sue manifestazioni. Mauro Corona e Matteo Righetto, gli scrittori italiani più autorevoli sull'argomento, danno voce a ciò che per loro la montagna rappresenta, attingendo a un ricchissimo tesoro di esperienze personali, qui condensate in brevi racconti, epigrammi fulminanti, descrizioni di paesaggi naturali di bellezza inesprimibile. In queste pagine troviamo l'asprezza della roccia e la sfida delle vette, ma anche la carezza accogliente dei boschi, il ritmo lento del passeggiare; i ricordi vivissimi di un tempo che non esiste più e la consapevolezza urgente delle responsabilità da assumersi perché gli ambienti naturali possano sopravvivere ed essere il futuro dei nostri figli. I sedici milioni di abeti distrutti dal ciclone che si è abbattuto sulle Dolomiti alla fine del 2018 evocano i caduti della Prima guerra mondiale, perché "gli alberi sono come le persone, e le foreste sono intere comunità". La descrizione di un camoscio, che con abilità di equilibrista si muove tra i picchi più impervi, sfocia in una riflessione sul cambiamento del ruolo del padre nella società contemporanea, una figura ormai così priva di spigoli da rendere difficile assumerla come riferimento e appoggio. E invece, dal momento che gli esseri umani sono alpinisti inconsapevoli e chi "guarda il cielo sente la vertigine della bellezza ma anche il vuoto del precipizio", l'appiglio è cruciale, nell'arrampicata come nella vita. La narrativa potente di due grandi scrittori in un libro che si legge con la facilità e la soddisfazione con cui si raccolgono i mirtilli, grazie alla struttura classica e accattivante del sillabario.