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Laura Frausin Guarino

    Le Inchieste di Maigret - 271: Maigret e la giovane morta
    Biblioteca Adelphi - 376: Il viaggiatore del giorno dei Morti
    Three Bedrooms in Manhattan
    Il dio del massacro
    Le campane di Bicêtre
    Due
    • Due

      • 237bladzijden
      • 9 uur lezen
      5,0(3)Tarief

      «Diceva bene il primo editore francese di Irène Némirovsky, che questo romanzo, il suo “primo d'a­mo­re”, era bello almeno quanto il celeberrimo David Golder. Forse è più bello. Ha una vena nuova, per nulla ironica, ma ugualmente dura, raffi­nata, indagatrice, ha un timbro esclusivamente femminile, questo romanzo magnifico sull'essere in due. I giovani reduci della prima guerra mondiale, tornando a casa, “accusano” quella guerra ormai finita, nei fasti di una Parigi che vuole rinascere, ma non possono dimenticare il fango delle trincee. Sono loro i veri protagonisti di queste relazioni strane, sghembe, eppure così comprensibili, così moderne per essere ambientate negli anni Venti ... Un capolavoro di psicologia e sociologia, imbarazzante per la sua verità dispiegata. Una penna magnifica, un libro imprescindibile». Valeria Parrella

      Due
    • Le campane di Bicêtre

      • 261bladzijden
      • 10 uur lezen
      3,9(20)Tarief

      Quando comincia a riprendere conoscenza in una delle uniche due camere singole dell’ospedale di Bicêtre, René Maugras, direttore del principale quotidiano parigino, di quanto è avvenuto la sera precedente ricorda poco o nulla: sa che era a cena, come ogni primo martedì del mese, nella saletta privata del Grand Véfour (uno dei più antichi ristoranti della capitale, e anche uno dei più esclusivi) con un gruppo di amici i quali, come lui, possono considerarsi a giusto titolo, ciascuno nel proprio campo, dei personaggi molto, molto importanti – degli uomini arrivati, come si dice. A un certo punto era andato alla toilette, e lì (come scoprirà più tardi) lo avevano trovato, privo di sensi, un quarto d’ora dopo. Sa quindi di essere vivo, e dai luminari convocati al suo capezzale si sente dire che guarirà, che ricomincerà a muovere il braccio destro, che potrà di nuovo parlare. Ma René Maugras sa anche un’altra cosa: che non gli importa. A poco a poco, attraverso il groviglio di pensieri e di ricordi che gli affollano la mente, si fa strada una domanda: «A che scopo?». A che scopo essere diventato un personaggio importante, a che scopo essersi dato tanto da fare – a che scopo vivere, in definitiva? Mentre tutti – i medici, le infermiere, i vecchi amici, la figlia, una vecchia amante e una giovane moglie – si chiedono che cosa gli passi per la testa, e se non sia tentato di abbandonare la partita, Maugras, con la lucidità di una solitudine interiore spogliata da ogni maschera, fa un bilancio impietoso della propria esistenza, interrogandosi sul senso di quanto hanno fatto lui e quelli come lui per diventare ciò che sono. E soprattutto si interroga sull’essere che gli sta accanto da anni: sua moglie Lina, che per lui è diventata quasi un’estranea, e che sta sprofondando nell’alcolismo.

      Le campane di Bicêtre
    • Il dio del massacro

      • 91bladzijden
      • 4 uur lezen
      3,8(3972)Tarief

      Fin dalle primissime battute di questa commedia al tempo stesso esilarante e feroce appare chiaro perché Roman Polanski abbia deciso di portarla sullo schermo – e perché attori come Isabelle Huppert, Ralph Fiennes e James Gandolfini abbiano voluto interpretarla a teatro. Poche volte, infatti, un autore è stato capace di squarciare con altrettanto soave crudeltà i veli destinati a ricoprire la costitutiva barbarie della creatura umana. Nel lindo, assennato salotto borghese in cui due coppie di genitori si incontrano per cercare di risolvere, da persone adulte e civili quali essi ritengono di essere, una questione in fondo di poco conto (una lite scoppiata ai giardinetti tra i rispettivi figli), vediamo sgretolarsi a poco a poco le maschere di benevolenza, tolleranza, buona creanza, e di correttezza politica, apertura mentale, dirittura morale; e sotto quelle maschere apparire il ghigno del nume efferato e oscuro che ci governa sin dalla notte dei tempi: il dio del massacro, appunto. Con uno humour corrosivo e una sorta di noncurante cinismo (e senza mai assumere il tono del moralista), in una lingua volutamente media, che sfodera tutto il suo micidiale potere, Yasmina Reza costruisce un brillante psicodramma, porgendo allo spettatore (e al lettore) uno specchio deformante nel quale scoprirà, non senza un acido imbarazzo, qualcosa che lo riguarda molto da vicino.

      Il dio del massacro
    • Three Bedrooms in Manhattan

      • 192bladzijden
      • 7 uur lezen
      3,5(141)Tarief

      A recently divorced actor and a no less lonely woman meet by chance in a New York diner. The city - its bars, its cheap motels and its rented rooms - becomes the cinematic setting of the couple's escalating and mysterious relationship. A move against desperation and drift, their affair nevertheless glows with an urgent and compulsive romance. Georges Simenon was one of the most popular twentieth-century novelists. Three Bedrooms in Manhattan - closely based on the story of his own meeting with his second wife - is his most passionate and revealing work.

      Three Bedrooms in Manhattan
    • Con un cappotto troppo lungo e un incongruo berretto di pelliccia sulla testa, il volto pallido e febbrile, un giovane sconosciuto sbarca, alla vigilia del giorno dei Morti, alla Rochelle da un cargo proveniente da Trondheim. Scoprirà di essere l’erede del vasto patrimonio dello zio, un uomo a lui ignoto, che è vissuto in una feroce solitudine. E scoprirà anche che suo zio teneva in pugno tutti i ricchi notabili della città, riuniti in un sinistro sindacato. Più esattamente: teneva i loro segreti in una cassaforte di cui nessuno ora conosce la combinazione. Comincia così una partita mortale fra il giovane straniero, che tutti vorrebbero docile e sprovveduto, e i vari potenti del luogo, attaccati a un ordine delle cose che deve rimanere intatto. Ma il giovane pallido ha una precisa percezione dei trabocchetti che si aprono a ogni suo passo in quell’inferno di provincia. E una tenace determinazione lo spinge a salvarsi. Così riuscirà anche a trovare, nel terrorizzante groviglio che lo avvolge, il filo di una imprevedibile, perfetta storia d’amore.

      Biblioteca Adelphi - 376: Il viaggiatore del giorno dei Morti
    • «Maigret non voleva ammetterlo, ma quello che lo lasciava più perplesso era il volto della vittima. Per il momento, ne conosceva un solo profilo. Che fossero le contusioni a darle quell’espressione imbronciata? Sembrava una bambina, una bambina di cattivo umore. I capelli scuri, morbidissimi, buttati indietro, erano naturalmente ondulati. Sotto la pioggia, il trucco si era un po’ sciolto, e questo, anziché invecchiarla o imbruttirla, la rendeva ancora più giovane e attraente».

      Le Inchieste di Maigret - 271: Maigret e la giovane morta
    • New York, notte. Un uomo e una donna camminano lungo la Quinta Strada. Entrano in un bar. Ne escono. Un altro bar. E riprendono a camminare, instancabili, come se non potessero fare altro che camminare: «come se avessero sempre camminato così, per le strade di New York, alle cinque del mattino». Come se la notte non dovesse mai finire. Lui non sa niente di lei, lei non sa niente di lui. Lei traballa un po’ sui tacchi troppo alti, e ha una voce roca, una voce che fa pensare a una pena oscura; su una delle sue calze chiare spicca una smagliatura sottile – come una cicatrice. Non è né giovanissima né prepotentemente bella; sul suo viso, i segni di una stanchezza, di una ferita remota: ma è proprio questo a renderla seducente. Si sono incontrati solo poche ore prima, in una caffetteria nei pressi di Washington Square, come due naufraghi, e ora «sono così tenacemente avvinti l’uno all’altro che la sola idea della separazione risulta loro intollerabile». Ma come si può rimanere in quel territorio privilegiato, fuori del tempo e dello spazio, che è l’ amour fou ? Con Tre camere a Manhattan (di cui disse: «È uno dei pochissimi romanzi che abbia scritto a caldo – e questo mi faceva paura») Simenon si impone come un grande romanziere della passione. Tre camere a Manhattan fu scritto negli Stati Uniti nel 1946.

      Biblioteca Adelphi - 360: Tre camere a Manhattan
    • «Ma cos’hanno i romanzi di Simenon, che ci rimangono incollati alle mani e non ci danno tregua fino all’ultima pagina? E perché ogni volta ci lasciano dentro un’amarezza strana, come se ci avessero portato in un punto dove non volevamo arrivare, che non volevamo conoscere? La risposta probabilmente sta nella profonda onestà intellettuale di Simenon, nella sua incapacità di mentire, di raccontarci la vita migliore di quello che è ... i suoi romanzi nascono dalla consapevolezza di ciò che veramente sono gli esseri umani, di quali forze segrete li muovono, e di quanto provano inutilmente a dimenticare la propria implacabile sostanza. Una conferma arriva da questo romanzo del 1954, L’orologiaio di Everton ». Marco Lodoli

      Gli Adelphi - 368: L'orologiaio di Everton