Hoe vervullen we onze conflicterende taken als vader, echtgenoot en zoon; vrouw en moeder; kind en volwassene? Jood en Amerikaan? Hoe kunnen we onze eigen identiteit claimen als we zoveel aan anderen verschuldigd zijn? Dit zijn de essentiële vragen die Jonathan Safran Foer aan de orde stelt in zijn nieuwe roman. Hier ben ik beschrijft drie tumultueuze weken uit het getroebleerde leven van een familie in het hedendaagse Washington D.C. Terwijl Jacob, Julia en hun drie zonen zich onontkoombaar geconfronteerd zien met het verschil tussen hun dromen en de werkelijkheid, zet een catastrofale aardbeving een pan-Arabische invasie van Israël in gang. De eigenlijke betekenis van het begrip 'thuis' staat ter discussie - evenals de fundamentele vraag hoeveel iemand in zijn leven kan verdragen.
Irene Abigail Piccinini Boeken


Jonathan Safran Foer, da piccolo, trascorreva il sabato e la domenica con sua nonna. Quando arrivava, lei lo sollevava per aria stringendolo in un forte abbraccio, e lo stesso faceva quando andava via. Ma non era solo affetto, il suo: dietro c'era la preoccupazione costante di sapere che il nipote avesse mangiato a sufficienza. La preoccupazione di chi è quasi morto di fame durante la guerra, ma è stato capace di rifiutare della carne di maiale che l'avrebbe tenuto in vita, perché non era cibo kosher , perché "se niente importa, non c'è niente da salvare". Il cibo per lei non è solo cibo, è "terrore, dignità, gratitudine, vendetta, gioia, umiliazione, religione, storia e, ovviamente, amore". Una volta diventato padre, Foer ripensa a questo insegnamento e inizia a interrogarsi su cosa sia la carne, perché nutrire suo figlio non è come nutrire se stesso, è più importante. Questo libro è il frutto di un'indagine durata quasi tre anni che l'ha portato negli allevamenti intensivi, visitati anche nel cuore della notte, che l'ha spinto a raccontare le violenze sugli animali e i venefici trattamenti a base di farmaci che devono subire, a descrivere come vengono uccisi per diventare il nostro cibo quotidiano. In un libro che è insieme racconto, inchiesta e testimonianza, Foer invita tutti alla riflessione, indicando nel dolore degli animali - e soprattutto nella nostra sensibilità verso chi è "inerme" e "senza voce" - il discrimine fra umano e inumano, fra chi accetta senza discutere le condizioni imposte dall'allevamento industriale e chi le mette in discussione.