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Aldo Giorgio Gargani

    1 januari 1933 – 18 juni 2009
    Il pensiero raccontato
    Der unendliche Satz
    Wittgenstein
    Dialogo su Wittgenstein
    Das Staunen und der Zufall
    Il coraggio di essere
    • Questo volume illustra i temi centrali dell'opera filosofica e logico-matematica di Wittgenstein (1889-1951) nelle sue differenti e molteplici fasi di ricerca e nei suoi confronti teoretici decisivi con le teorie di Frege, Russell, Brouwer, Weyl. Il testo delinea la ricostruzione del pensiero wittgensteiniano sullo sfondo della cultura mitteleuropea (Mach, Boltzmann, Mauthner, Kraus, Freud, Musil, il "Wiener Kreis") e analizza il suo molteplice apporto ai dibattiti filosofici, scientifici e logico-matematici più significativi del Novecento.

      Wittgenstein
    • Der unendliche Satz

      Thomas Bernhard und Ingeborg Bachmann

      Es gibt zwei Grundhaltungen, mit denen Menschen sich der Kultur gegenüberstellen. Die eine Haltung besteht darin, passiv im Inneren der Kultur zu verharren und Literatur als eine logische Abfolge von Texten zu betrachten. Die andere Haltung, seltener und riskanter, aber auch spannender, zeichnet diejenigen aus, die von Zeit zu Zeit aus der Kultur heraustreten und sie umwälzen. Diese Menschen schreiben nicht, um den Bereich der Kultur auszudehnen, sondern um wieder atmen zu können. Sie schreiben, weil sie spüren, dass dort Fragen gestellt werden müssen, wo das bisher nicht erlaubt war. Mit seiner radikalen Frage nach dem Sinn stellt Thomas Bernhard die Bedeutung der Verbindung von Ethik und Ästhetik in den Vordergrund, die sich auch in den Arbeiten Hofmannsthals, Wittgensteins, Musils und Ingeborg Bachmanns findet. In der Beschäftigung mit der Sprache konstituiert sich das Weltbild dieser Repräsentanten des kulturellen Lebens unserer Zeit. Gargani paraphrasiert in diesem Zusammenhang Ingeborg Bachmann: Es gibt „keinen neuen Menschen und keine neue Welt ohne eine neue Sprache“.

      Der unendliche Satz
    • L'Austria, pur rinnegata e maledetta, resta per Thomas Bernhard "Heimat", patria culturale. Così le due parti in cui si articola l'ultimo libro di Aldo Gargani - la prima dedicata all'analisi della scrittura di Bernhard, la seconda ai linguaggi della cultura austriaca - si compenetrano nell'intrecciarsi di estetica ed etica, di poesia e filosofia. In Bernhard l'incessante tramutarsi del senso in nonsenso e della verità in menzogna rende imprescindibile la scrittura, una "Gedankenpoesie" che, se condotta con rigore, è unica condizione di salvezza. Negli altri - Wittgenstein, Musil, i padri della musica atonale, Ingeborg Bachmann - l'istanza etica impone di spezzare la coazione a ripetere per scegliere ogni volta di nuovo tra infinite possibilità. Condivisa è la ricerca di un "Mittelpunkt", abitazione in cui l'uomo possa sopravvivere alla pressione dei fatti entro il linguaggio. Bernhard, però, con il suo lavoro di decostruzione che dissolve, attraverso l'inversione di ogni concetto nel suo contrario, la verità unica, giunge a esiti paradossali: i suoi personaggi restano prigionieri dello spazio che dovevano abitare. Il pensiero, nel suo movimento autodistruttivo, si arresta un attimo prima della follia e del suicidio. A questo baratro arrivano tutti i personaggi, e tutti finiscono per soccombere. Lo scrittore invece si salva. Dalla sua opera ha bandito ogni descrizione, ha fatto della scrittura una tessitura di citazioni e frasi, ha preso le distanze dall'io narrante, per arrivare all'estremo della disperazione senza tuttavia perdersi. Ma davvero può restare incolume?

      La frase infinita. Thomas Bernhard e la cultura austriaca